Alcuni estratti della “Teoria del Restauro” di Cesare Brandi. Attraverso questo saggio, pubblicato nel 1963, l’autore espone il significato e i metodi del restauro, indirizzandoli ai tecnici, ai critici e agli storici dell’arte.

Individuare, riconoscere l’opera d’arte. L’opera d’arte, dunque, si manifesta secondo due principi fondamentali: l’Istanza Estetica, che deriva dalla propria artisticità e l’Istanza Storica, che sancisce e qualifica il prodotto dell’attività umana nel tempo e luogo in cui è stata creata. In mancanza di questo riconoscimento il restauro va inteso come qualsiasi intervento con il fine di ripristinarne la sua piena funzionalità.

La duplice polarità Estetica e Storica, indica la corretta metologia di intervento per la conservazione del nostro patrimonio artistico, siano essi dipinti, sculture in pietra, affreschi, etc. Cancellare la traccia del nostro passato o reinterpretare arbitrariamente l’esteticità di un’opera, equivale a crearne un’altra del tutto nuova, priva di qualsiasi memoria artistica e storica. In sostanza non si è restaurato, ma falsificato.
CESARE BRANDI (Siena 1906 – Vignano 1988) intraprese studi umanistici e giuridici, iniziando la sua carriera nel 1930 presso l’amministrazione delle Antichità e Belle Arti e le sue soprintendenze; fu il primo direttore del nuovo Istituto Centrale del Restauro di Roma, dal 1939 al 1959.